Il Depositario dell'Eco by Carlotta Martello

Il Depositario dell'Eco by Carlotta Martello

autore:Carlotta Martello [Martello, Carlotta]
La lingua: ita
Format: epub
editore: LUMIEN
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


CAPITOLO 17

MEMENTO MORI

Zaafir si appostò in un angolo della stanza, le dita intrecciate sul ventre e un sorriso soddisfatto in volto. Ra’ed sguainò la sciabola e la sua espressione mutò in una maschera di denti scoperti e occhi iniettati di luce assassina. Per un momento, a Kyle parve di avere davanti uno di quei mostri del deserto.

Tremò. Era la fine. Non sarebbe uscito vivo da quello scontro. La consapevolezza lo trafisse come una lama, penetrandogli fin dentro le ossa come la pioggia di Nova Londra, portando con sé lo stesso freddo.

Uno degli uomini si lanciò verso di lui, sollevò la sciabola e menò un fendente diretto alla fronte. Kyle scartò di lato e incassò la testa. Strattonò le braccia e le catene si tesero con un tintinnio. Indietreggiò con il terrore che gli strizzava le viscere e gli soffocava i pensieri.

Si ritrovò a un soffio dal tavolino imbandito di datteri e vino e rischiò di ribaltarsi, ma rimase in piedi e con il capo ancora attaccato al collo. Batté le palpebre nella speranza di scacciare la nube d’incenso che gli appannava la vista. Non sapeva cosa fare, sapeva solo di dover restare vivo. Eppure, i muscoli protestavano intorpiditi. Qualunque cosa stessero bruciando, non era mai stato semplice incenso.

«Kyle, continua a muoverti!» Alistair spinse da un lato uno sgherro di Zaafir e si parò di fronte ad Astrid.

Ra’ed mulinò la spada verso Kyle. Lui tirò un calcio al tavolino, che volò verso il malvivente e lo colpì allo stinco. Il sicario balzò in avanti e Kyle piegò le ginocchia. La lama gli sibilò vicino all’orecchio. Rotolò di lato, in mezzo a una voluta più densa nella speranza di depistare i fendenti dell’uomo. Se non avesse reagito, il prossimo colpo sarebbe andato a segno.

Lanciò una rapida occhiata ai suoi compagni. Alistair stava soffocando uno degli uomini di Zaafir con la catena delle sue manette. Lo sgherro annaspava con la bocca spalancata e scalciava, le mani che artigliavano il collo. Astrid scartava di lato e indietreggiava per evitare gli affondi dell’altro. Nonostante la prontezza, entrambi avevano le palpebre pesanti. Solo uno spiraglio permetteva loro di non brancolare a occhi chiusi incontro alla morte.

L’acciaio luccicò nell’aria. Kyle alzò le braccia d’istinto e la sciabola cozzò contro il metallo delle manette, rimbalzò e costrinse Ra’ed a indietreggiare.

Senza volerlo, Alistair gli aveva suggerito un buon metodo di respingere gli attacchi.

Lo sgherro tentò un fendente verso l’alto, ma deviò a metà del movimento e lo diresse alle costole. Kyle parò con la catena. La sciabola tracciò l’ennesimo arco nell’aria tra loro, diretta al suo stomaco.

«Merda» sibilò.

Scartò, scivolò su un mucchio di monete a terra e urtò il muro. Con il gomito tastò la parete nella speranza che sparisse, che non fosse davvero senza via d’uscita. Ma quella rimase lì, e un tremore violento gli si propagò in ogni muscolo.

Ra’ed avanzò con lentezza, facendo tintinnare i pezzi d’oro sotto i suoi piedi. I passi misurati gli ricordarono la macabra danza che un gatto randagio fa con un topo prima di finirlo.



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